Comunicati Stampa

Il Centro Studi del CNI ha reso nota l’analisi annuale dei dati relativi ai bandi per i servizi di ingegneria. Continua il crollo degli importi destinati a tali servizi: meno 30% rispetto al 2012. Situazione drammatica per i liberi professionisti e i piccoli studi di ingegneria. Zambrano: “La crisi economica sta avendo un impatto devastante sugli ingegneri”.

Nonostante la lieve ripresa dell'ultimo trimestre del 2013, non si arresta il crollo delle gare per servizi di ingegneria in Italia: l'anno appena concluso si rivela come il peggiore degli ultimi 20 anni. Lo rivela il rapporto annuale del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sui bandi di gara per l’affidamento dei servizi di ingegneria, secondo il quale gli importi destinati a tali servizi si attestano sotto la soglia dei 400milioni di euro, quasi il 30% in meno rispetto al 2012 e appena un terzo rispetto al 2009.

La drastica riduzione degli importi dei bandi ha riguardato indistintamente tutte le tipologie di gara, sia quelle in cui era richiesta l'esecuzione dei lavori che quelle in cui non era prevista, fino ad arrivare ai concorsi di idee e di progettazione. L’ennesimo duro colpo per i liberi professionisti e per i piccoli studi di ingegneria, che già esclusi dalle gare dei servizi di ingegneria con esecuzione, possono accedere solo alla gare senza esecuzione.

“I dati elaborati dal nostro Centro Studi – afferma Armando Zambrano, Presidente del CNI – confermano che la crisi sta avendo un impatto durissimo sull’attività degli ingegneri. Oltre alla drastica riduzione delle opportunità, i nostri professionisti sono penalizzati al punto da essere quasi del tutto esclusi dal mercato. La partecipazione alle gare, infatti, è praticamente preclusa a tutti i liberi professionisti e ai piccoli studi, che possono ambire solo alle aggiudicazioni di gare di importi esigui. A tutto questo si aggiunge la percentuale elevatissima di bandi che contengono irregolarità. A questo proposito, il CNI è impegnato in un’attività di pressione nei confronti dell’Autorità di Vigilanza, affinché ponga fine ad una situazione di illegalità diffusa”.

Le conseguenze di questa situazione coinvolgono pesantemente anche i giovani ingegneri in procinto di lanciarsi sul mercato come liberi professionisti, visto che l'unica strada da loro percorribile per partecipare alle gare di appalto pubbliche resta quella dell'assunzione presso uno studio di medio-grandi dimensioni o una società di ingegneria.

L'anno tuttavia si è concluso con un'importante novità normativa: il 21 dicembre 2013, infatti, è entrato in vigore il decreto del Ministero della Giustizia n.143 del 31.10.2013 in cui sono stati fissati i parametri per la determinazione del corrispettivo da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici dei servizi relativi all'architettura e all'ingegneria. Un importante passo in avanti, se si considera che nel 2013 quasi il 60% dei bandi non riporta il criterio con cui è stato fissato l'importo a base di gara.

Tra le inadempienze rispetto alle disposizioni normative, viene ampiamente disattesa anche la norma che prevede l’indicazione nei bandi di gara del ribasso massimo consentito: nel 2013 solo il 31,7% dei bandi senza esecuzione dei lavori (con importo a base d'asta superiore ai 100mila euro), ha chiaramente indicato la soglia limite. L’obiettivo di ridurre gli eccessivi ribassi che hanno caratterizzato le aggiudicazioni negli ultimi anni, dunque, resta decisamente lontano, visto che le gare continuano ad essere aggiudicate con ribassi molto consistenti che raggiungono anche il 93%.

Un’altra norma frequentemente disattesa è quella che obbliga le stazioni appaltanti ad utilizzare unicamente il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’affidamento degli incarichi di ingegneria e architettura per importi superiori ai 100mila euro. In base ai dati elaborati dal Centro Studi, nel 2013, un bando su 10, con importo a base d’asta superiore ai 100mila euro, non segue la normativa, indicando come criterio di selezione delle offerte quello del prezzo più basso.

Tornando ai dati sui bandi, il crollo non ha riguardato solo gli importi, ma anche il numero di gare bandite: 3.204, oltre 700 in meno rispetto all'anno precedente. L'aspetto più preoccupante per i professionisti è che si è ridotto di molto il numero di gare senza esecuzione (1.853 contro le quasi 2.400 del 2012), ossia l'unica tipologia di gara in cui i professionisti riescono a concorrere con speranza di vittoria.

Roma 28 marzo 2014

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