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“Chiediamo alle istituzioni di difendere le professioni italiane, in particolare quelle tecniche, perché rappresentano un’eccellenza come capacità e competenze, organizzazione e tutela dei committenti”.

Questo il messaggio lanciato alle istituzioni italiane ed europee da Armando Zambrano, Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, nel corso del suo intervento al convegno “L’Unione Europea e i liberi professionisti”, tenutosi a Roma lo scorso venerdì.

Secondo il quadro rappresentato da Zambrano, i professionisti in Italia, soprattutto quelli tecnici, si trovano ad operare in un contesto particolarmente difficile. Oltre ad un mercato che spesso non ne riconosce il vero valore con ribassi folli, essi registrano grandi difficoltà d'accesso al credito e, soprattutto se giovani e piccoli, anche di partecipazione a bandi pubblici sempre più esigui in numero e valore, oltre naturalmente al cronico problema dei numerosi ritardi nei pagamenti da parte della Pa. Il quadro, insomma, non è idilliaco. Sarebbe necessario sfruttare appieno tutti gli strumenti di incentivazione che i vari organismi, compresa l’Ue, mettono a disposizione. Purtroppo, però, i professionisti da questi sono tagliati fuori. In base a una ricerca presentata al Congresso degli Ingegneri del 2014, è emerso che la quota di ingegneri che ha partecipato direttamente o indirettamente a processi di programmazione, gestione o attuazione di interventi collegati ad un Fondo o ad un Programma europeo è pari solamente al 28,8%. Al contrario, è alto il numero di ingegneri che sono interessati a partecipare direttamente alle iniziative europee (71,2%).

“Considerato questo difficile contesto – ha detto Zambrano – su richiesta di Rpt, Cup e Adepp, è stato avviato presso il Ministero dello Sviluppo Economico un tavolo tecnico di lavoro denominato ‘Competitività delle libere Professioni’ coordinato dal Sottosegretario Sen. Simona Vicari che si è sempre mostrata attenta alle istanze avanzate dai rappresentanti delle libere professioni. L’obiettivo è quello di elaborare proposte di modifica alla disciplina vigente in materia, per agevolare l’accesso anche ai liberi professionisti, delle forme di incentivazione economica previste dal Mise ma attualmente riservate alle sole imprese. In questo senso la Sen.Vicari ha accolto le istanze portate avanti dai rappresentanti delle professioni, riconoscendone il ruolo di importante risorsa per lo sviluppo del paese e manifestando la volontà di estendere strumenti ed incentivi oggi ad esclusivo appannaggio delle imprese anche ai professionisti”.

“Tuttavia – ha proseguito il Coordinatore della Rete - non è sufficiente solo una generica apertura dell’Amministrazione centrale, visto che poi le Regioni si comportano in maniera totalmente differente. Abbiamo bisogno anche di ulteriori misure pensate esclusivamente per i liberi professionisti che sono tanti (oltre due milioni) ed importanti per l’economia e la competitività del paese. Non basta limitarsi ad ambiti come il microcredito o ai soli incentivi per investimenti materiali. Inoltre, è necessario che nei bandi venga resa esplicita la possibilità per i liberi professionisti di prendere parte o meno agli incentivi”.

“In questo senso – ha concluso Zambrano - un primo risultato concreto è l’approvazione, avvenuta mercoledì, dell’emendamento proposto dalle relatrici Zanoni (Pd) e Chiavaroli (Ncd). Esso rende esplicita l’equiparazione dei liberi professionisti alle Pmi, per quanto riguarda l’accesso ai fondi strutturali europei FSE e FERS, e i relativi POR e PON, previsti nella programmazione negoziata per il periodo 2014/2020. Si spera che questa esplicita equiparazione possa finalmente portare le regioni ad una interpretazione uniforme relativamente all’accesso dei liberi professionisti ai fondi europei”.

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