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L'opera di ingegneria più complessa mai realizzata al mondo. E per celebrarla gli ingegneri di tutta Italia si sono ritrovati a Grosseto, sede della giornata di approfondimento organizzata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dall'Ordine provinciale sul tema “Le opere di ingegneria per il recupero della Concordia e la salvaguardia ambientale dell’Isola del Giglio”.

Moderata dal giornalista Guido Fiorini, autore con Angela Cipriano del libro “Le voci della Concordia”, la giornata ha avuto tanti protagonisti: autorità locali e Protezione civile, Vigili del fuoco, Parco dell'arcipelago toscano, le imprese Neri e Micoperi, l'Università di Firenze e l'Osservatorio di monitoraggio.

I lavori sono stati preceduti dai saluti del Presidente del CNI Armando Zambrano. “Il recupero della Costa Concordia – ha detto - ha dimostrato, ancora unavolta, l’altissimo livello dell’ingegneria italiana. Come Consiglio Nazionale degli Ingegneri abbiamo deciso di riscoprire e valorizzare questa eccellenza, attraverso una serie di iniziative come quella di oggi che si protrarranno fino a fine aprile, quando daremo vita all’evento conclusivo di Roma: una Conferenza dedicata a questo tema specifico”. “Abbiamo voluto dare visibilità al buon lavoro degli ingegneri, spesso trascurato – ha detto Liciano Lotti, presidente dell'Ordine provinciale degli ingegneri di Grosseto –.Hanno svolto un'opera originale, senza precedenti: era la prima volta, un'attività tutta da inventare”.

Sergio Ortelli, sindaco di Isola del Giglio, ha ricordato la notte del naufragio: “Il nostro Comune aveva rinnovato il Piano di protezione civile da appena sei mesi, ma l'ipotesi del naufragio non era contemplata. Abbiamo dovuto far fronte a un'emergenza non prevista. E l'esperienza è servita a tutti: adesso sappiamo cosa fare. Un ruolo importante l'ha avuto sicuramente la popolazione del Giglio, non come vittima del naufragio ma come protagonista dell'attività di protezione civile. Che cosa resta del naufragio? In questi anni il Giglio è stata l'isola più monitorata del mondo: attualmente è in corso una pulizia a tappeto, non resta che recuperare dai fondali tutto il materiale rimasto dalle operazioni di recupero. L'obiettivo è avere un'isola ancor più bella di prima”.

Nella memoria, infine, resterà anche l'eccezionale opera di ingegneria, le cui tappe sono state ripercorse da Silvio Bartolotti, amministratore delegato di Micoperi, l'impresa di Ravenna che ha curato il piano di recupero della Costa Concordia: “Non era il nostro lavoro: Micoperi ha abbandonato il recupero delle navi negli anni Cinquanta per dedicarsi all'off-shore petrolifero. Ero riluttante, avevo detto no, anche perché si trattava di avvicinarsi a una disgrazia. L'abbiamo fatto ma con l'unico intento di dare dignità al nostro Paese. Perché senza un'azienda italiana che si mettesse in gioco, rischiavamo di fare una figuraccia di fronte al mondo intero. Il nostro appalto ha vinto perché era l'unico progetto che poteva essere realizzato. Una delle opere di ingegneria più complesse mai studiate e realizzate al mondo. Un'opera straordinaria, affrontata sempre con la massima serenità. Alla fine ce l'abbiamo fatta: sono contento di aver lavorato con una grande squadra”.

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